Scrittori: intervista a Giulia Mastrantoni
5 min readSpesso parliamo di libri e di scrittori su Scriptanews.it con appuntamenti culturali, presentazioni ed uscite di libri. Oggi vogliamo parlarvi anzi, vogliamo parlare un po’ con Giulia Mastrantoni.
Inizialmente conosciuta come scrittrice abbiamo scoperto, come ci racconterà nell’intervista che segue, che alterna molte fasi artistiche: “dalla musica, alla scrittura, fino al cinema”… sino ad “imbrattare tele” per rilassarsi.
INTERVISTA A GIULIA MASTRANTONI
di Luca Coradduzza
Immagino che da sempre ti sia piaciuto scrivere, ma quando è stata la prima volta che ti sei fermata un attimo ed hai capito che scrivere era una cosa che avresti voluto fare sul serio?
Ciao, Luca! Grazie per la bellissima opportunità che mi stai dando. Mmh, direi che non c’è stato un vero momento. Sono quelle decisioni che, pur senza accorgercene, maturiamo lentamente dentro di noi. Forse è un bene che sia così: in questo modo non abbiamo la possibilità di farci bloccare dalla paura.
I racconti… meglio scriverli con carta e penna o al computer?
Assolutamente computer. L’unica volta che ho scritto con carta e penna è stato durante un corso di scrittura creativa con il giallista Pierluigi Porazzi. Devo ammettere di essermi sentita così strana che ho subito rinunciato all’idea di riprovarci. Ovviamente da piccola scrivevo sui miei mega quaderni. Una volta ho iniziato a scrivere un romanzo e ero disperata, perché avevo paura che finisse la penna celeste che avevo scelto. Senza di lei come potevo continuare il mio libro? Strano che, di tanti aneddoti, mi venga sempre in mente questo quando penso alla mia infanzia.
Tre libri che hai sempre con te sul comodino o che ti senti di consigliare.
Ho letto di recente Le cose che non so di te, di Christina Baker Kline. L’ho divorato durante un viaggio in treno di otto ore – non riuscivo a chiuderlo. Poi ho letto Un nouveau départ pour changer de vie, di Françoise Bourdin; non so se ci sia una traduzione italiana. È molto lungo, ci sono varie storie e sono tutte molto belle. E mi è piaciuto moltissimo Azrael, di Pierluigi Porazzi. Solitamente non amo i thriller, ma lui scrive veramente bene. L’ho letto in una nottata.
Parlaci un po’ delle tue passioni artistiche.
Credo di aver passato un po’ tutte le fasi: dalla musica, alla scrittura, fino al cinema. Poi di nuovo in radio, poi ancora a scrivere, ogni tanto ad imbrattare tele per rilassarmi… non me ne faccio mancare nessuna, insomma. Ultimamente sono un po’ tutte lì, in agguato. Penso che l’arte non sia qualcosa di scindibile in branche. È arte: è aria, è vita. E basta. Non ce la farei mai a tagliare fuori qualcosa.
Hai da poco pubblicato la tua prima antologia di racconti “Misteri di una notte d’estate“. Parlacene un po’.
È stata una soddisfazione, ma anche una scommessa. Gli scrittori decidono di condividere con il mondo un pezzettino della loro anima, per una ragione o per un’altra, e rischiano di vederselo fare a brandelli. Ci vuole coraggio e anche fortuna. Io ho voluto condividere tanti pezzettini, tante parti di me, perché ognuno dei racconti dell’antologia è esattamente questo: una parte di me. È stata definita come una raccolta “eclettica” e non posso che concordare. Mette insieme tanti stati d’animo e per questo mi rispecchia. Dall’ironia, al nonsense, al moralistico, al thriller erotico. Sono tante facce di Giulia.
Come nascono le tue storie? Ti ispiri a qualcuno/qualcosa, o lavori puramente di fantasia?
Mi ispiro a cose che però non c’entrano niente con quello di cui scrivo. Faccio un esempio: io e te siamo in un bar. Passa un signore mentre noi ridiamo e ci guarda. Fine. Da questa stupidissima scena inizia il mio viaggio mentale sul perché il signore ci ha guardato, su cosa ha pensato, su chi incontrerà quando tornerà a casa, a chi racconterà di averci visti, se è un poliziotto in borghese. Ci sono miliardi di trame che potrebbero nascere solo da qui.
Prima di pubblicare fai leggere il testo a qualcuno per avere un’opinione, o preferisci fare tutto da sola?
Nel caso dell’antologia, edita da Edizioni Montag, c’è stato il loro editor. Ha vagliato il manoscritto, ha deciso che gli piaceva e mi ha inviato una proposta di contratto. Essendo contraria all’editoria a pagamento, ho accettato la sua proposta perché prevedeva che tutte le spese fossero coperte dalla casa editrice. Non ho neanche acquistato copie.
Per il romanzo breve uscito da poco, l’eBook One Little Girl – From Italy to Canada, ci sono stati due proofreaders. Ho anche cambiato varie cose nell’arco delle varie revisioni. C’è voluto più lavoro, ovviamente, rispetto all’antologia di racconti. Invece il romanzo erotico/di formazione che uscirà a Gennaio per la Panesi Edizioni, anche questo in eBook, verrà seguito dall’editor della casa editrice. Come sempre, niente editoria a pagamento.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Hai in progetto altre pubblicazioni?
Assolutamente sì. Attualmente mi trovo in Canada, dove resterò fino a fine Dicembre per motivi di studio. Nel frattempo usciranno il romanzo breve in inglese e il suo booktrailer, a cui ho lavorato in questi giorni. A Gennaio, come ti accennavo, ci sarà il romanzo in eBook e poi… ci sono una marea di progetti e non vedo l’ora di iniziare a lavorarci su.
Il mondo della scrittura è bello, affascinante, ma difficile per chi vi si avvicina. Cosa ti senti di consigliare agli scrittori in erba?
Di pensare con la propria testa. Siete voi e voi soltanto a dovervi fare strada, non ci sarà nessuno a fare le cose al vostro posto. Quindi pensate con il vostro cervello, cercate di decidere cosa sia meglio per voi, vagliate attentamente i contratti e le proposte, non accontentatevi di quello che arriva. Siate forti. Ci vogliono forza di volontà, pazienza e coraggio. Non fidatevi ciecamente di nessuno, fate vedere chi siete e datevi da fare. E abbiate un po’ di voglia di cambiare il mondo, non buttate via gli ideali. In bocca al lupo!