28 Marzo 2024

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Una partecipazione emozionata e consapevole al “Giorno del ricordo”

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Simone Cristicchi a Tolmezzo per il suo spettacolo "Magazzino 18"

Memorie da risvegliare e conservare Le classi V dell’Isis “Linussio” di Tolmezzo ricordano il loro incontro con Simone Cristicchi Per le classi V dell’I.S.I.S. Jacopo Linussio di Tolmezzo il “Giorno del ricordo” 2014, in programma lunedì 10 febbraio, avrà un significato particolare e sarà vissuto con una nuova consapevolezza.

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Simone Cristicchi a Tolmezzo per il suo spettacolo “Magazzino 18”

Sulla solennità civile dedicata alla commemorazione delle vittime delle foibe e dell’esodo degli Italiani dalle terre istriane e dalmate annesse alla Jugoslavia, gli studenti del “Linussio” si sono potuti confrontare, insieme ai loro compagni del liceo scientifico “Paschini”, con il cantautore Simone Cristicchi, giunto in Carnia per presentare lo spettacolo “Magazzino 18” (nuovamente in programma nella serata del 10 febbraio su “Rai 1”).
Il noto artista romano, nel novembre scorso, aveva concluso il suo incontro con gli studenti carnici, organizzato dalla professoressa Caterina Polettini, con i versi «Mio nonno muore ogni volta che un crimine resta impunito, ogni volta che un massacro di innocenti viene rimosso, ogni volta che il silenzio discende sulle masse che non sanno».
«Partendo dall’esperienza vissuta da suo nonno come reduce della campagna di Russia – ricordano le studentesse Raissa De Conti, Veronica Faleschini e Laura Quaglia – Cristicchi, ha deciso d’intraprendere un “viaggio” nel quale ha raccolto diverse testimonianze sulla seconda guerra mondiale, in particolare per quanto riguarda l’esodo degli italiani dall’Istria e dalla Dalmazia, una tragica pagina di storia per molti anni passata sotto silenzio». «Cristicchi ha ideato uno spettacolo incentrato su una pagina dolorosa, ma non abbastanza conosciuta, della storia d’Italia, che trova il proprio simbolo nel Magazzino 18 del porto vecchio di Trieste, che ha dato il titolo all’opera – spiega Raissa De Conti –.
Si tratta di un luogo particolarmente toccante, dove i profughi lasciarono i loro effetti personali e le loro proprietà, in attesa di rientrarne in possesso». «Non è difficile immaginare quale fosse il loro stato d’animo e con quale sofferenza intere famiglie dovettero impachettare tutte le loro cose e lasciarsi alle spalle le loro città, le case e le radici», aggiunge Veronica Faleschini.
«Simone Cristicchi ha saputo condurci con mano leggera, ma allo stesso tempo con profondità, indietro nel tempo – conclude Laura Quaglia –, facendoci pian piano entrare nel dolore, nella solitudine, nella paura e nel coraggio di quelle persone; facendoci emozionare e portandoci a riflettere sull’inutilità della guerra e sulla drammatica discriminazione di tanti popoli».

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